june 2008

...twodeadbodies are fucking dead...

soon...


jan 2008: we're working on the new album
stay tuned

some reviwes on the debut album Reflect

SANDSZINE - by Alfredo Rastelli
I due corpi morti in questione sono quelli di Andrea Reali e Luca Mauri, membri di I/O e Kokoro Mayikibo (recensione del loro esordio a breve); più che morti io direi di corpi preposti al sacrificio e all’autodistruzione ma ancora pulsanti vita. Il corpo morto, più che altro, potrebbe essere quello del rock, a cui i due riservano un trattamento particolare che ricorda i Royal Trux nei primi fondamentali lavori. Si, lo so, ‘ballare sul corpo morto del rock’ è un’espressione che si è già sentita centinaia di volte, spesso anche buttata lì a cazzo, ma il lavoro di distruzione che questi due milanesi pongono in essere non è da prendere sotto gamba. Il disco nasce sulla base di una session improvvisata a base di batterie, chitarre, percussioni, basso, sax, poi raccolta, sezionata, processata e mixata dallo stesso Luca Mauri (a.k.a. Looke). “Reflect” è un disco di rock mutante, malato, ruvido e sporco, intinto nel garage e maledettamente rumoroso. Come i Royal Trux, i Two Dead Bodies destrutturano il genere, scomponendolo nelle sue parti tipiche e stravolgendone le caratteristiche basilari. Il lavoro in sede di produzione è stato fondamentale nel creare un unico buco nero di suoni stratificati e violenti, come un versione rock dei Morceaux_de_Machines. Assistiamo così a giri garage (più nitidi nella part 4) affogati in un’intricata matassa noise (part 1), metalliche percussioni tribali avviluppate ad affilate diagonali elettroniche (part 2), scampoli di improvvisazione free radicale (part 3), e perfino una ballata sui generis (part 5). Un disco che ci riconcilia con il rock.
by - Matteo Uggeri
I due corpi morti in questione sono quelli di Andrea Reali e Luca Mauri del giro Ebria e già negli I/O, ma a sentire come suonano sembrano tutto fuorché morti. La prima impressione di ascolto mi ha riportato alla mente con ferocia i grandiosi God di Kevin Martin, supergruppo dell’era industrial-metal (con parecchi inserti jazz) in cui hanno militato personaggi della caratura di John Zorn e Justin Broadrick. Forse qui non siamo alle stesse vette, e la ferocia è anche molto più stemperata, meccanica, fredda, ma si tratta comunque di un duo dalle grandi potenzialità. Ritmiche quadrate, sprazzi punck-hardcore (quasi rock & roll deviato a tratti, come in Part 1), feedback modulati, voci più che distorte (ma mai invadenti), stasi magmatiche, dissonanze: questa la ricetta dei Two Dead Bodies, che sarà apprezzata sia dai fan di chi oggi impazzisce per Liars e Wolf Eyes, o da chi ricorda con nostalgia i God o il metal schizoide dei Naked City. A differenza di tutti costoro però, qui i ragazzi sono appunto in due, ed è questo che fa gran parte della differenza, regalandoci quindi una musica che alla fine è sì aggressiva, ma anche molto minimale e per questo acquista una certa originalità.
Originalità che trova il suo apice nella conclusiva lunghissima (compresa di ghost ‘reprise’ Part 5, con il suo seducente mantra vocale ed il crescendo di solo basso e charleston. Per quelli che sono i miei gusti, il brano migliore e la strada da seguire nei giorni a venire.
Da sottolineare anche il fatto che si tratta della prima collaborazione tra Bar la Muerte e Afe Records, e che si pone in qualche modo proprio alla stessa distanza tra le proposte musicali delle due, dove l’elettronica della seconda qui fa prevalentemente capolino dei raffinati effetti in fase di mixaggio dello stesso Luca Mauri.
http://www.sands-zine.com/recensioni.php?IDrec=665
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CHAIN D.L.K. - by Eugenio Maggi
The Two Dead Bodies of this surprising release belong to Milanese musicians Luca Mauri and Andrea Reali, both active in two excellent bands named I/O (experimental improv/jazz/funk, with an eponymous cd on Ebria, see archive) and Kokoro Mayikibo (indie/white funksters, who have released their debut album in the meantime). Mauri plays guitar in the former and drums in the latter, while Reali is a remarkable vocalist for both. TDB were born as an improvised session which took place in 2005; then, Mauri, also active as a solo electronic soundmaker (hey! Now that I think of it, the review of his DIY cdr as 00 was one of my very first reviews for ChainDLK, then in its printed heydays... ages ago!), mixed and cut-up the recordings on his pc with a sort of Macero-like taste for layering and a great final result, matching the warmth of a live recording and the tricks of a skillful reconstruction. "Reflect" is also the first non-electronic record in the AFE catalogue, but if you consider this has been co-released by Bruno Dorella (OvO, Ronin, etc.)'s Bar La Muerte you can start guessing what this sounds like. Its roots are indeed in the noise-rock/no-wave cauldron: the first track, later reprised and brutalised in the fourth one, starts with a basic noise-punk blast delivered with garage intensity, but right from the second piece, based on hypnotic drum loops and sludgy guitar feedbacks, the great mixing job transfigures that initial violence in a much more subtle and oblique approach. Track 3 indulges in jazzy guitar lines and sparse cymbals, and it's possibly the closest one to the sound of I/O and their forefathers Starfuckers/Sinistri. The music becomes less noisy and dense, but the two never let the tension go. The most refined and arguably best piece is the last one, where Mauri's minimal guitar plucking and Reali's mantra-like vocals are matched with electronic drones and a train-like rhythm of looped charleston kicks. The whole record is extremely enjoyable and coherent, despite mixing so many different inputs and influences, from free jazz to Liars or Eyehategod, and given the results I truly hope this won't remain a one-off project.
http://www.chaindlk.com/reviews/index.php?search=two+dead+bodies&type=music
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SODAPOP by andrea ferraris
I due cadaveri nelle sacche nere sono quelli di Luca e Andrea al secolo chitarra e voce degli I/O e batteria e voce/sax dei Kokoro Mayikibo. “Dead bodies” quindi fanno “death ambient”? No e neppure “death metal”...appurato che non farò mai la spalla di Bisio e della Encontrada allo Zelig entriamo nel “vivo” di questa recensione. Il disco più ruvido e meno psichedelico del recente catalogo Afe, non a caso cooprodotto con l’ovesca Bar La Muerte: una specie di proto-industrial, no wave, Skin Graft, post-punk deforme che passa agevolmente dalle mazzolate dell’apertura al trip in piena regola della chiusura. Una deformità che un tempo per inesperienza e minori possibilità (il mondo pre-internet, te lo ricordi signò?!...) appartenere solo a certi gruppi industriali svizzeri e qualcosa di tedesco nel rigore marziale di queste tracce tutto sommato è rimasto. Un po’ come se un gruppo “rock” della Skin Graft fosse stato remixato da un Mick Harris in giornata “soft”. Batterie che scompaiono andando in riverse, feedback in loop, dissonanze da Teenage Jesus and the Jerks, manca solo Lydia Lunch ma in compenso c’è lo spettro di Blixa e soci quando “facevano e si facevano” (che sia un motto stile “vince e convince” dell’era Craxi?). Fatta eccezione per l’apertura insperata della conclusione, per ciò che concerne l’utilizzare le proprie psicosi i “due corpi morti” non si sono sicuramente risparmiati. Se all’inizio mi piaceva ma faticavo a trovarmi completamente a mio agio su tutta la durata del tragitto ora ascolto dopo ascolto mi è molto più facile sintonizzarmi…quindi? Se scrivo che “vince e convince”?.
http://www.sodapop.it/rbrth/content/view/131/50/
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ROCKLAB - by Giorgio Pace
Dato che ormai ci hanno marciato sopra un po’ tutti sembra quasi grottesco – e quantomeno retorico – parlare di cadavere del rock, di rielaborazioni noise di standard rock, di stravolgimento e strazio e tutto quello che a suo tempo è stato già sprecato per parlare di Skin Graft, Royal Trux, Butthole Surfers e tanti altri. Quello che qui interessa è constatare come i due corpi morti (al secolo Luca Mauri e Andrea Reali, tenutari del progetto impro I/O e dell’etichetta Ebria) riescano a scavare all’interno del corpo rock fino a stanarne la componente tribale e ritmica e a trasformarsi con essa: insieme al garage nella prima traccia, al noise nella seconda, all’improvvisazione, di nuovo garage, nella manipolazione ai loop e in reverse. Il tutto proveniente da una lunga sessione di registrazione a base di chitarre, sax, basso e batteria poi tagliata in cinque parti e riassemblata/effettata in studio (di questi tempi la pratica di post produzione sembra stia tornando prepotentemente a galla al di fuori dei classici ambiti sperimentali): la musica dei corpi morti è musica liberatoria, assassina, ectoplasmica, devastante; mantrica – nei ventisei clamorosi minuti finali di basso e voce. Liars, Magik Markers e Hospital approvano pesantemente.
http://www.rocklab.it/recensioni.php?id=1655
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REFLECT - limited 133 copies: OUT NOW!!

out now on afe / bar la muerte!
if you want it write to us
only 133 copies.

news

"Reflect" cd, out soon on Afe/Bar La Muerte.

reflect

reflect, only two dead bodies